A causa della pandemia di coronavirus in Italia la maggioranza delle imprese, a poco più di un anno dal primo lockdown del mese di marzo del 2020, deve spesso far fronte non solo a problemi di liquidità, ma anche a cali di fatturato rilevanti. Inoltre, più piccola è l’impresa, più alto è il rischio di non farcela e di chiudere per sempre i battenti. E questo anche se le cartelle esattoriali sono state sospese, di proroga in proroga, e se lo Stato italiano è intervenuto con i cosiddetti ristori e con la cassa integrazione per tutti, anche per le imprese con un solo dipendente.

Non a caso un rapporto della CNA rivela come nel 2020 ci siano stati in Italia micro e piccole imprese della manifattura e dei servizi che hanno riportato riduzioni di fatturato prossime al 100%. A causa della chiusura delle attività imposta dal Governo italiano per frenare i contagi da Covid-19, la CNA da un sondaggio effettuato dal proprio Centro Studi ha rilevato un calo di fatturato nel 2020, anno su anno, superiore al 90% per molti settori dell’economia.

Quali imprese hanno perso più del 90% di fatturato, dal trasporto al settore benessere

E precisamente un pesantissimo -98,7% per le micro e piccole imprese operanti nei servizi di trasporto alla persona, e poi a seguire il -94% per gli operatori del benessere come gli estetisti e come gli acconciatori. Buio pesto anche per la piccola impresa della ristorazione con un -92,5%, ed a seguire, sempre con numeri drammatici, le tinto-lavanderie con un -92,4%, il settore dell’intrattenimento con un -91,1%, e quello dell’alloggio e della ricettività con un pesante -90,9%.

Il Superbonus 110% salva il settore edile e delle costruzioni dal disastro

Considerando le sole imprese artigiane, ben 4 su 5 in Italia hanno chiuso il 2020 in profondo rosso tra le chiusure imposte per decreto, il confinamento ed il distanziamento sociale. La perdita media di fatturato 2020 per le imprese artigiane è stata pari al 27,2% con cadute terrificanti per i settori economici sopra citati, e pari al 26,2% nella manifattura. Leggermente sotto la media, con un -26%, si è attestato il calo di fatturato per le piccole imprese del settore edile e delle costruzioni.

E questo anche grazie al sostegno di Stato attraverso le incentivazioni sui lavori legati alle ristrutturazioni e all’incremento dell’efficienza energetica come il più recente Superbonus 110%. Di fronte a questi numeri i Decreti Ristori, nonostante tutte le buone intenzioni del Governo italiano, sono stati davvero una goccia nel mare al fine di preservare il sistema ed il tessuto produttivo in Italia che, in stragrande maggioranza, è composto da micro,  piccole e medie imprese.

Dai ristori al Decreto Sostegno, ecco le ultimissime novità su lavoro e imprese

Non a caso, con il nuovo Governo, dal premier Giuseppe Conte a Mario Draghi, dai Decreti Ristori si passerà ad un cambio di nome con il cosiddetto Decreto Sostegno che, tra l’altro, dovrebbe prevedere l’erogazione a favore delle imprese di una nuova tranche, si spera corposa, di contributi a fondo perduto. Ma anche un allungamento della sospensione del pagamento delle cartelle fiscali, la proroga della cassa integrazione per Covid e del divieto a licenziare. Ma anche importanti misure di conciliazione lavoro-famiglia, dal rinnovo del bonus baby-sitter ai congedi retribuiti per i genitori lavoratori, e passando per le incentivazioni per lo smart working.

Aiuti alle imprese più accessibili, ecco come secondo la CNA

Gli aiuti alle imprese dovranno essere non solo di importo più alto, considerando che molti settori dell’economia sono ormai fermi da oltre un anno, ma dovranno essere pure più accessibili. Al riguardo, secondo la CNA – Confederazione Nazionale dell’Artigianato, rispetto ai decreti precedenti bisognerebbe eliminare o comunque rimodulare la regola relativa al calo minimo di fatturato anno su anno pari al 33%.

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