La mozzarella di bufala vero e proprio simbolo, prima della tradizione culinaria campana, e poi di quella italiana è indubbiamente il prodotto che viene consumato più spesso sulle tavole.

Questo formaggio fresco a pasta filata, che deve il suo gusto inconfondibile al latte di bufala fresco, nacque intorno all’anno 1000 con l’importazione delle bufale da parte dei re normanni in Campania, come effetto dall’acidificazione spontanea del latte.

In pratica, le famiglie di una volta riponevano il latte appena munto in recipienti appositi, ma siccome fermentava subito, serviva un modo per conservarlo.

Da qui l’intuizione di aggiungere al latte caglio e acqua calda e così è nata la mozzarella di bufala.

Tutto il mondo la conosce, ce la invidia e la gusta insieme ad altri prodotti caseari a base di latte di bufala disponibili sul sito lamozzarellaexpress.it, noto portale online sul quale poter ordinare i migliori formaggi tipici campani e gustarli a casa in breve tempo, dal momento che le spedizioni in tutta Italia avvengono in 24/48 ore lavorative.

Tuttavia, bisogna saper gustare al meglio quello che è uno dei formaggi più versatili in ambito culinario: si può abbinare facilmente un po’ con tutto, dalla verdura alla carne.

Inoltre, è un alimento che può essere consumato sia cotto che crudo, in tantissimi modi diversi.

Ci sono però dei consigli da seguire, alcune cose da fare per gustare meglio il particolare sapore della bufala, al di là della ricetta che si vuole preparare.

Di seguito, ne illustriamo alcuni tra quelli più importanti.

Consigli per gustare al meglio la mozzarella di bufala

Il primo suggerimento è quello di tenere la mozzarella sempre immersa nel suo liquido di governo, fino a quando non la si mangia.

Anche nel caso in cui non verrà mangiata per intera, deve essere riposta nel frigorifero sempre insieme al suo liquido.

Un altro fattore importantissimo, che spesso si dimentica, è la temperatura: la mozzarella dovrebbe essere consumata intorno ai 18-20° C.
Se provenisse dal banco frigo del supermercato o dal frigorifero casalingo (tenuto solitamente a una temperatura di 4° C) occorrerà tirarla fuori almeno una mezz’ora prima rispetto all’orario in cui verrà consumata.
Nel caso in cui la si volesse consumare subito, basterà immergerla per dieci minuti in acqua tiepida, a 35-40° C.

Potrebbe capitare l’occasione di acquistare la mozzarella di bufala presso un caseificio.

In questo caso, la temperatura dell’acqua in cui immergerla assieme alla confezione varia a seconda della stagione in cui ci si trova: in inverno, serve acqua tiepida a 18-20° C; in estate, è sufficiente che sia intorno ai 15° C.

La mozzarella viene spesso utilizzata come ingrediente per altre pietanze; in questo caso si dovrà applicare un altro trucchetto: prima deve essere tolta dalla sua acqua, successivamente, va lasciata in frigo per una mezz’ora, o comunque per un tempo necessario affinché si prosciughi il liquido in eccesso e la mozzarella ottenga la consistenza adeguata.

Anche se questo formaggio andrebbe consumato fresco, non sempre si ha la possibilità di farlo, per questo motivo si raccomanda di riporlo in frigo per un massimo di 3-4 giorni, non di più.

L’importante, come già detto precedentemente, è conservare il liquido di governo, per preservare meglio il suo inconfondibile sapore.

Riuscire ad acquistare la vera e autentica mozzarella di bufala non è sempre così semplice, per via dell’enorme quantità di formaggio contraffatto.

Quindi, per i meno esperti, oltre che saperla gestire al meglio, è fondamentale anche essere in grado di riconoscerla.

La mozzarella, secondo le leggi, deve essere confezionata dal produttore e così messa in vendita.

Non può interporsi nessun’altra azienda tra il processo di produzione e quello del confezionamento.

Si è abituati a vedere la bufala messa in vendita nelle classiche buste di plastica, ma quella originale si distingue solo dalla presenza del sigillo di garanzia del produttore.

Inoltre, è bene leggere sempre le etichette apposte sulle confezioni; deve esserci scritto il nome intero, ovvero “Mozzarella di Bufala Campana”, seguito dal logo DOP.

In ultima analisi, bisogna fare caso anche al numero di autorizzazione del caseificio.

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