Sovente si sente parlare di tuning riferito al settore automobilistico, ma vuoi per l’anglicismo, vuoi per la non eccessiva esperienza nel settore, molti non capiscono di cosa si tratti. Iniziamo subito con l’anticipare che si tratta di un’attività appassionante, ma che in Italia ha molti limiti, a torto o a ragione, ma vediamo di saperne di più.

Tuning auto, dalle origini a oggi

Quando si parla di tuning stiamo parlando di un fenomeno che nasce attorno agli anni ’60 negli USA. In seguito il tuning si diffonde in tutto il mondo molto rapidamente fino ad approdare in Europa e anche in Italia.

La maggiore diffusione di questa pratica si ravvisa, tuttavia, attorno agli anni 2000 quando fece un enorme successo, precisamente nel 2001, il primo film della saga Fast and Furious che aveva come soggetto proprio le modifiche delle auto e le corse delle stesse. Il tuning trova così terreno fertile in parecchi videogiochi dedicati alle corse d’auto dove ci si divertiva a modificare totalmente il proprio veicolo da corsa.

Ma cosa è allora il tuning?

Tuning significa modificare un veicolo, apportando variazioni sia a livello estetico che meccanico o anche per quanto riguarda l’impianto audio o, negli ultimi anni, a quello video. Ma per essere davvero precisi dobbiamo ribadire che le modifiche possono essere apportate a qualsiasi parte del veicolo (in realtà anche moto, motorini, bici), dagli esterni agli interni e alle parti meccaniche.

In Italia, tuttavia, si deve prestare molta attenzione a questa pratica perché le leggi del nostro paese non consentono tutte le modifiche alle parti meccaniche, all’impianto di illuminazione o a quello audio e video, quindi, prima di incorrere in sanzioni, è bene informarsi.

Da dove si comincia

Solitamente chi inizia a cimentarsi col tuning lo fa a partire dalle modifiche estetiche, quindi partendo dalla carrozzeria per lo più. Ricordiamoci che è vietato modificare quella che è la struttura del veicolo. Per i neofiti il consiglio è quello di iniziare a modificare appunto la carrozzeria, magari andando per gradi, in modo da avere il tempo di informarsi bene su tutti le leggi e i vari cavilli all’italiana.

La cosa più semplice che si può fare è attaccare degli adesivi sulla carrozzeria, modificandone sì l’aspetto ma senza stravolgere nessuna delle componenti che non devono essere modificate. Questa pratica è conosciuta sotto il nome di car wrapping.

Ancora più semplice il tuning degli interni, dove è sufficiente modificare coprisedili, copristerzo, applicare un rivestimento al pomello del cambio.

Ci si può poi sbizzarrire con la modifica di piccole parti, di accessori, come per esempio utilizzando delle pedane laterali sottoporta, che conferiscono un aspetto più robusto e sportivo al suv, per esempio.

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Il tuning meccanico

E qui arriviamo alle note dolenti perché come abbiamo detto, qui in Italia non si possono modificare le parti meccaniche e di conseguenza le prestazioni del veicolo, quindi, se in America non vi sono limiti di sorta, qui da noi sì, occorre fare molta attenzione. Negli USA una delle modifiche più comuni a questo livello è il cambio della marmitta.

In definitiva

In sunto, qui in Italia si può praticare il tuning del proprio mezzo, ma solamente a certi livelli, senza dunque andare a modificare le componenti meccaniche ma limitandosi solamente a quelle che sono modifiche estetiche, concesse sia per gli esterni che per gli interni.

Per quanto concerne invece i costi, dipende da ciò che si intende acquistare, vero è che anche un semplice adesivo, se lo si fa apporre da un professionista, può costare diverse decine di euro.

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