Se anche tu ti stai ponendo questa domanda, non devi disperare. Ci sono infatti moltissime mamme nella tua stessa situazione. Queste mamme, come te, si sono dedicate con anima e corpo alla cura del loro figlio nel suo primo anno di vita. Hanno fatto attenzione a tutti i più piccoli indicatori che facessero sospettare un piccolo disagio, si sono perfino impegnate nella scelta del cuscino per il neonato, hanno preparato il cibo più adatto allo svezzamento, hanno acquistato i giochini più stimolanti per attivare lo sviluppo psicologico del figlioletto. Ma hanno anche fatto il possibile per leggere ed informarsi al meglio sulle tappe delle sviluppo tipico dei bambini. Ora, però, mentre il bambino ha già compiuto un anno e cresce d’aspetto in modo sano e salubre, si sono accorte di un dettaglio preoccupante. Così, si sono rivolte a chiunque mormorando appena: “Il mio bambino non parla“.

Molti genitori, di fronte ad un simile campanello di allarme, si preoccupano moltissimo e si sentono colpevoli. Non sanno quali siano le cause del silenzio del piccolo e dunque si incolpano di non aver fatto abbastanza per lo sviluppo del loro pargolo. Ma hanno ragione di farlo? In realtà no, poiché la lingua è qualcosa che i bambini apprendono da soli, in modo automatico, ascoltando il parlare degli adulti. Si tratta infatti di una reazione fisiologica del cervello e dei neuroni specchio, che iniziano ad imitare i movimenti della bocca di chi parla. Quindi, il genitore, sebbene importante perché primo modello da imitare, non è l’unico fattore che spinge un bambino a non parlare.
Ma allora, se un bambino non parla, cosa occorre fare?

A chi mi devo rivolgere?

La gravità di un bambino che non parla è in relazione all’età del piccolo. Un bambino di un anno e mezzo che non vuole dire le sue prime parole, potrebbe soffrire solo di un leggero ritardo dello sviluppo linguistico. Col tempo, questo ritardo viene risolto, in molti casi ciò accade in completa spontaneità. Diversamente, un bambino di due anni e mezzo che non emette delle parole corrette potrebbe avere un problema più intenso. Il ritardo dello sviluppo linguistico potrebbe essere, in questo caso, un disturbo dello sviluppo. Quindi un qualcosa più simile ad una patologia. Ma anche in questo caso, non bisogna farsi prendere dal panico poiché con un buon trattamento logopedico, questo problema viene risolto.

Una situazione ancora diversa è quella di un bambino che a tre anni non parla. Ormai, ha l’età per fare dei piccoli discorsetti. Il fatto che non parli è grave e potrebbe indicare svariate patologie. Per esempio, il bambino potrebbe essere sordo e non sentire i suoi della lingua emessi dagli altri. Oppure, potrebbe esistere un grave disturbo dello sviluppo linguistico. Ma il suo silenzio potrebbe essere indicatore anche di un disturbo pervasivo dello sviluppo. In questa classe rientrano diversi disturbi, il più noto è l’autismo. Ad ogni modo, bisogna rivolgersi al medico, che saprà indicare la terapia logopedica, piuttosto che una visita otorinolaringoiatrica o neuropsichiatrica.

Cosa fare per aiutare un bambino che non parla

La tentazione più comune di fronte ad un bambino che non parla è quella di smettere di rivolgergli le domande. Non c’è nulla di più sbagliato. A motivo del suo silenzio, il bambino deve essere stimolato con molte domande. Certo non bisogna sottoporlo ad un interrogatorio, ma fargli domande adatte alla sua età. Bisogna sforzarsi di parlare con lui come se rispondesse. Non bisogna mai, invece, semplificare il nostro linguaggio a favore suo. Il bambino che non parla ci capisce. Non dobbiamo trattarlo come se avesse difficoltà di comprensione. Naturalmente, poi, occorre portarlo da uno specialista dei disturbi di linguaggio: il logopedista.

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