Pensata per consentire alle imprese in crisi di liquidità, o che comunque non siano in grado di far fronte agli impegni presi o di riuscire a superare una fase critica, la ristrutturazione aziendale prevede diversi strumenti. Le cause possono essere molteplici: dai cambiamenti del mercato all’evoluzione tecnologica, per arrivare fino alla recente emergenza sanitaria dovuta alla pandemia da Covid-19, che ha causato non pochi problemi a tutte le imprese che hanno faticato a tenere il passo.
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Perché affidarsi ad una ristrutturazione aziendale
L’obiettivo primario della ristrutturazione aziendale è senza dubbio quello di consentire alle imprese in difficoltà di uscire dallo stato di crisi, sia che questa riguardi una situazione di impasse totale, sia che invece si tratti di una difficoltà transitoria legata a una specifica area del proprio business. Tuttavia non è affatto raro trovarsi davanti ad aziende solide che vi ricorrono per riuscire ad aumentare la loro produttività e quindi la competitività.
Ma su cosa si basa un progetto di ristrutturazione aziendale? Qualunque siano le cause che possono condurre ad attuarlo il primo step da seguire è sicuramente quello che prevede una analisi attenta e approfondita della propria situazione e delle cause che hanno indotto la crisi aziendale. Comprenderne i motivi è fondamentale poiché permetterà di capire quali sono gli aspetti critici e intervenire per migliorarli. A questo proposito è bene specificare che i risultati di successo saranno maggiori se l’imprenditore riuscirà a percepire questi aspetti sul nascere e si attiverà immediatamente per intervenire. Ignorarli a lungo non farà altro che peggiorare la situazione, dando vita a una forma di crisi più profonda e difficile da sanare.
Segnali di squilibrio
Quali possono essere i segnali che indicano che la propria azienda è in sofferenza? Sicuramente il campanello d’allarme potrebbe essere costituito da diversi indicatori, che potremmo riassumere in:
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- squilibri di natura finanziaria
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- squilibri legati alla produttività
Gli squilibri di natura finanziaria sono facilmente individuabili grazie alla mancanza di liquidità. Un cash flow (o flusso di cassa) inadeguato porterà inevitabilmente l’imprenditore ad avere grosse difficoltà economiche e renderlo impossibilitato a rispettare gli impegni presi con i fornitori, con i dipendenti, gli istituti previdenziali o il fisco. Molto spesso questo avviene a seguito di una cattiva scelta di gestione, quando cioè le entrate generate non sono in grado di far fronte alle obbligazioni pianificate. In questo caso è fondamentale fare una valutazione approfondita del Conto Economico dell’impresa, per una analisi dettagliata dei motivi (ad esempio potrebbe trattarsi di un calo notevole dei ricavi), oltre che dello Stato Patrimoniale (attivi e passivi che compongono il Bilancio d’Esercizio). Si tratta di indicatori economici di grande importanza, che possono permettere di agire ai primi segnali di squilibrio finanziario, per evitare che una difficoltà economica possa trasformarsi con il tempo in una crisi impossibile da sanare e portare alla chiusura dell’azienda o alla dichiarazione di fallimento.
Un’altra possibile causa che potrebbe portare l’imprenditore ad attivarsi per la ristrutturazione aziendale è data dagli squilibri legati alla produttività. Ogni azienda dovrebbe avere tra i suoi obiettivi una costante crescita, che si traduce con una buona strategia di marketing che porti ad acquisire nuovi clienti e consolidare quelli già acquisiti. Se manca questo elemento è possibile che la strategia scelta non sia adeguata o si basi su tecniche ormai superate (o peggio ancora che non vi sia alcuna strategia di marketing). Potrebbe anche trattarsi di tecnologie impiegate in azienda, di strumenti obsoleti che non consentono di raggiungere e mantenere una produttività adeguata, così come potrebbe essere che i prodotti o i servizi che l’azienda offre siano ormai superati da altri tecnologicamente più avanzati e quindi non più attraenti agli occhi dei potenziali clienti.
Quali sono alcuni strumenti utili
Una volta presa coscienza della necessità di procedere alla ristrutturazione aziendale l’imprenditore avrà diversi strumenti a disposizione. Per contenere l’impatto sui licenziamenti è possibile ricorrere agli ammortizzatori sociali, ovvero:
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- Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria (CIGO)
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- Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria (CIGS)
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- Cassa Integrazione Covid-19
Oltre a questo vi sono degli strumenti previsti dal nuovo Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza che sono:
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- i piani attestati di riassestamento
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- l’accordo di ristrutturazione dei debiti
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- il concordato preventivo
Si tratta di diverse procedure che consentono di intervenire in funzione delle cause evidenziate da una attenta analisi della crisi aziendale. Si tratta di una valutazione che deve necessariamente interessare diversi elementi, e di una disciplina alquanto complessa. Per questo motivo è fondamentale affidarsi sempre a esperti del settore. Noi personalmente vi consigliamo Giuseppe di Domenico, consulente che da anni aiuta le aziende in crisi. Se avete necessità, potete contattarlo tramite il suo blog online.